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lunedì 3 marzo 2014

RECENSIONE: FAHRENHEIT 451 di Ray Bradbury

Buon lunedi' amici lettori e buon inizio settimana a tutti voi.
Oggi vi voglio proporre un libro talmente eccezionale che il fatto di poterlo recensire mi onora immensamente. Un libro unico, profondo, geniale... direi un libro "preveggente" per molti, ahimé oserei dire, troppi aspetti.
Sto parlando di Fahrenheit 451 di Ray Bradbury.


Lessi questo romanzo al tempo del liceo, quindi decenni e decenni orsono... E ho avuto la curiosità di riprenderlo in mano. Ovviamente la maturità, gli anni... ahimé la "vecchiaia", mi hanno fatto leggere questa opera con un altro occhio e sono orgogliosa di poterlo recensire sul mio blog, sono felice di poter condividere con voi la mia opinione e i miei pensieri. E sono particolarmente curiosa di ascoltare a mia volta i vostri.

Giusto avanti di incominciare ci terrei ricordare che stiamo parlando di un'opera scritta da un autore nato nel 1920 e che la stesura della stessa risale all'anno 1951. Ci tengo a precisarlo perché, come tra breve leggerete, l'ambientazione e certi modi di essere e di vivere vi sembreranno incredibilmente attuali, quasi come se Bradbury avesse sbirciato nel futuro. 

Iniziamo ora col parlare di questo bel romanzo.

Siamo in un imprecisato futuro, in un mondo in cui la gente è obbligata a vivere "felice", e per vivere in tale condizione, i governi hanno attuato una serie di misure precauzionali per imporre la felicità ad ogni cittadino.
Una di queste misure è quella di eliminare dalla faccia della terra un gran quantitativo di libri, certi titoli in particolare sono diventati fuori legge e fuori legge sono coloro che ancora detengono in casa propria dei libri o ancor peggio una biblioteca. Ed ecco che entra in gioco una figura emblematica e autoritaria: il pompiere. Il nostro protagonista, Montag, è appunto un pompiere, ma in questo futuro, i pompieri non spengono il fuoco, bensi' lo appicano. Il ruolo infatti di ogni pompiere è quello di detectare un "fuorilegge",una persona cioé che legge e detiene ancora dei libri, ed incenerire la sua casa e tutta la sua biblioteca. Tutto il romanzo gira attorno alla figura di Montag e alla sua presa di coscienza sulla realtà che lo circonda e sull'inutilità della vita che meccanicamente sta vivendo.



Voilà una breve trama del romanzo... veniamo ora al nocciolo duro... la mia opinione.. la mia recensione.

Inizio con il dirvi che il romanzo è ben scritto, si legge velocente, è fluido e scorrevole. Con estrema facilità si inquadrano i personaggi e con altrettanta facilità ci si immerge in questo mondo del futuro, quasi come se lo stessimo vivendo, o forse dovrei omettere il mio "quasi", perché personalmente credo che per troppi versi il mondo attuale e troppo simile a quello descritto da Bradbury.

Con estrema delicatezza l'autore ci fa capire come i dirigenti, come i governanti abbiano trovato il modo di soggiogare la massa, di addormentarla e di manipolarla a loro gusto.

Il primo passo è quello di FAR PERDERE LA MEMORIA, far loro dimenticare. 
E come farlo? Togliendo loro tutti i libri, togliendo loro tutte quelle che sono le memorie collettive. Ecco che le opere sono diventate prima dei riassunti, poi delle frasi riduttive, poi dei flash e stop, più nulla. 

Ma la domanda lecita in questo momento è: ma come hanno convinto la gente a non leggere più, a non interessarsi più ai libri?
Semplice! Prima hanno trovato altre forme di divertimento, come la tv, poi la tv interattiva, etc. Ed ecco che la gente è talmente addormentata in questi mondi virtuali che dimentica il vero mondo e la vera vita, anzi a dire il vero, la gente dimentica se stessa.
Ovviamente il tutto è giustificato dal governo che desidera portare al popolo la felicità, il riposo e la spensieratezza. 

Passati gli anni e le generazioni, le persone hanno dimenticato cosa fosse leggere un libro e cosa leggere portasse all'individuo, ed è rimasto nel loro spirito la sola convinzione che i libri fossero incomprensibili ed inutili.

Ma c'era un'altra ragione per la quale i libri furono tolti dalla circolazione.

Si è tolta la possibilità di essere eccellenti, di essere al di sopra e al di fuori della massa. E lo si è giustificato in questo modo:

<<... la parola “intellettuale” é, ovviamente, diventato l’insulto che meritava di essere. Si ha sempre paura dell’insolito. >>

<< Tutti dobbiamo assomigliarci. Nessuno nasce libero e uguale agli altri, come dice la Costituzione, ma ognuno è modellato uguale agli altri. Non esistono più montagne per schiacciare i vicini e per provocare confronti.>>

Quindi... rendere gli uomini tutti uguali e mediocri affinché nessuno stia male a cusa della gelosia che proverebbe vedendo qualcuno più capace di lui in qualche cosa.

Questa spiegazione mi ha lasciato di stucco, mi ha lasciata letteralmente a bocca aperta. Pensate a quante persone commettono atti orribili a causa dell'invidia e della gelosia. In questo mondo del futuro si ammazzano i talenti per il bene della massa affinché nessuno possa essere geloso o invidioso e possa vivere una vita "fintamente" felice.

Dico "fintamente" perché nel corso della lettura si potrà vedere come molti dei personaggi presentati sono infelici, e che a parte quei momenti in cui si rimbambiscono con tv e "famiglie" interattive, si sentono persi ed inutili.

Ho trovato particolarmete interessante analizzare il personaggio di Beatty. Si tratta del capo di Montag, che vive per il suo lavoro e sembra essere estremamente convinto in quello che fa. Beatty pero', al contrario di molti dei suoi colleghi ha avuto la possibilità di leggere i libri, di leggere quei libri che ora con tanta ferocia distrugge e

brucia.
Sembra il cattivo per eccellenza, l' "omologato" a questa società dispotica. Ma i suoi comportamenti nei confronti di Montag, soprattutto a partire dal momento in cui il protagonista inizia ad avere dubbi e pensieri, mi hanno fatto credere e pensare che forse Beatty avrebbe desiderato anche lui agire come Montag, che forse anche lui arrivava a detestare quella società malata di cui faceva parte, che forse anche lui non ne poteva più di quella vita cosi' sensa gusto ma che non ha mai avuto la forza ed il coraggio di opporsi ed ha lasciato a qualcun altro il compito di pensarci per lui.

Tutto quello che Montag vive, è in relatà un percorso interno che ogni uomo intraprende a partire dal momento in cui decide di dire STOP, mi fermo davanti a questa forza sfrenata che mi fa vivere meccanicamente e mi fa andare "non si sa dove" facendomi perdere di vista quello che io sono realmente, rendendomi inaccessibile la possibilità di guardarmi un attimo dentro e di conoscermi.

Verso la fine, infatti, uno dei "fuorilegge" che accoglie Montag consiglierà a tutti di procurarsi un grande specchio che servirà ad ognuno di loro per iniziare a costruire un nuovo mondo. Uno specchio per osservarsi, uno specchio per guardarsi dentro.

L'uomo attuale è alienato. Viviamo in uno stato di alienazione continua. Viviamo meccanicamente. "Metro, lavoro e sonno!". Siamo bombardati continuamente da cose inutili, immagini, video, etc. Siamo talmente immersi in tutto questo che spesso, troppo spesso perdiamo di vita noi stessi.

<< Potrebbe essere forse che i libri riuscirebbero a farci uscire da questo buco nero, evitare di farci fare sempre le stesse follie!>>


La tristezza che Bradbury racconta tramite i suoi personaggi è una tristezza esageratamente attuale che ritroviamo negli occhi di molte persone che ci circondano... Oserei quasi dire, che la ritroviamo negli occhi di tutti coloro che vivono come macchine, che ripetono in modo meccanico i gesti nella loro quotidianità e che sono talmente addormentati da quello che gli sfila davanti agli occhi e da cio' che bombarda loro le menti che hanno perso ogni voglia di guardarsi dentro e di fermarsi per domandarsi dove stiano andando.

Penso che i libri siano utilizzati dall'autore come simbolo. Un simbolo di libertà intellettuale ed individuale. un simbolo da preservare fortemente per mantenere acceso il desiderio di conoscenza interiore ed esteriore e soprattutto per mantenere accesa una memoria che impedirà agli uomini di commettere le stesse follie attuate nel passato.

Per finire, vi consiglio caldamente questo romanzo. Neanche 200 pagine piene di contenuto che non potranno non farvi riflettere e non farvi avere voglia di cambiare le cose.

<< Non ho parlato e per questo sono diventato colpevole a mio turno.>>

Leggete e regalate questa opera! Consiglio personale!

<<La magia riposa in quello che raccontano i libri, nella trama degli elementi dell’universo che tessono per vestirci>>


MERAVIGLIOSO!



Esmeralda


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