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martedì 8 ottobre 2013

C'ERA UNA VOLTA... COLAPESCE

Buongiorno miei cari lettori che piacere ritrovavi oggi con questa bella rubrica che ci porta a scoprire i miti e le leggende del nostro Bel Paese e non solo...
Non smettero' mai di ringraziare tutti voi che con tanta parteipazione mi scrivete i vostri racconti, quei racconti che hanno caratterizzato la vostra infanzia.
Ed un grazie ad Angela per questo bel mito MADE IN SICILIA.

Ciao Esmeralda,
ti scrivo una leggenda che mia madre mi raccontava quando ero piccola… E’ la storia di Colapesce!
Grazie e complimenti per il tuo blog!

Angela



Esisteva un tempo in Sicilia, dalle parti di Messina con più precisione, un ragazzo. Il suo nome era Cola ed era un pescatore dalle doti eccezionali.
Ogni giorno si alzava all’alba per andare con il padre alla pesca.

Ma Cola amava talmente il mare ed i suoi abitanti che ogni pesce pescato lo prendeva e lo ributtava in mare.
La madre era disperata ed un giorno gli lancio’ una maledizione:
“Possa diventare anche tu pesce!” gli grido’ addosso.

E Cola divenne mezzo pesce e mezzo uomo. Gli spuntarono le pinne, le squame e la coda.

I giorni passarono e Cola fu chiamato da tutti Colapesce. Nuotava tanto in lungo ed in largo per le coste siciliane e quando tornava a galla raccontava a tutti le sue avventure e le bellezze dei fondi marini.
Colapesce era molto utile ai marinai perché li informava di tutti i pericoli che il mare nascondeva.

Un giorno il suo nome arrivo’ alle orecchie del re di Sicilia che volle fare la sua conoscenza.
Giunto nello stretto di Messina con la sua nave, il re getto’ in mare una coppa d’oro e chiese a Colapesce di andarla a recuperare.
Il giovane si tuffo’ e riemerse con la coppa in mano e racconto’ nei minimi particolari i fondali marini.

Non contento il re butto’ in acqua la sua corona e chiese nuovamente a Colapsce di andarla a recuperare e di narrargli ancora del mare.
Il ragazzo riemerse con la corona e disse al sovrano che la Sicilia era sorretta da tre colonne. La prima era rotta ma resistente, la seconda era molto dura, come il granito, mentre la terza era rovinata e scricchiolava. Colapesce racconto’ inoltre di un fuoco sotto l’isola che rimaneva sempre acceso.

Non ancora soddisfatto, il re lancio’ in mare il suo anello e chiese a Colapesce di riprenderglielo. Ma il giovane era stanco, non sapeva se ce l’avrebbe fatta. Ma non voleva far dispiacere al suo re. Cosi’ gli disse che sarebbe disceso nella profondità, ma che se avessero visto emergere l’anello con delle lenticchie avrebbe voluto dire che non sarebbe mai più riemerso.


I giorni passarono e Colapesce non si vide più. Ma una mattina, all’alba, una manciata di lenticchie sali’ a galla e con essa l’anello del re avvolto da delle fiamme azzurre.

Tutti compresero che Colapesce non sarebbe più tornato a riva perché decise di sacrificare la sua vita diventando una delle colonne portanti dell’isola.


2 commenti:

  1. Grazie per avermi tenuto compagnia con questa breve leggenda locale! Non ne avevo mai sentito parlare, ma è davvero carina! E complimenti per questa bella rubrica ^^

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  2. Grazie a te Jane per essere passata! Sono felice che ti sia piaciuta!
    :)

    RispondiElimina

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