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domenica 25 agosto 2013

C'ERA UNA VOLTA... LA GROTTA DI SIBILLA

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Buona domenica miei cari lettori,
ecco a voi una splendida leggenda direttamente dai monti Appennini.

Ciao Esmeralda,
personalmente non conosco troppo le leggende del mio territorio, e mi dispiace un sacco. Ma la tua rubrica mi ha messo la pulce all'orecchio e sono andato a bussare alla porta della mia nonna paterna.
Lei ha sempre vissuto alle pendici del Monte di Sibilla e come molti della sua età conosce bene le leggende che vestono la zona.
Ti scrivo qui di seguito la storia di Sibilla e dei cavalieri che sono caduti nella sua trappola incantatrice.
Grazie per questa rubrica ed in bocca al lupo per il tuo blog!

Luca


C'ERA UNA VOLTA: LA GROTTA DI SIBILLA

Due leggende impregnano la famosa montagna.


Dai racconti del luogo si narra che Sibilla, la profetessa di Dio che voleva portare in grembo il Cristo, fu cacciata negli abissi della montagna e condannata a restarci per l'affronto fatto a Dio. La profetessa sembra non fosse cattiva, si dice che attraverso le sue ancelle insegnasse l'arte della filatura e della tessitura alle fanciulle della valle. Ma per la sua condanna sarà costretta a rimanere negli abissi fino al giudizio universale.


Ma la leggenda più conosciuta, quella che ritroviamo anche nel romanzo cavalleresco di Guerin Meschino di Andrea de Barberino vede la Sibilla come una maga cattiva e spietata di nome Ancina.
Segregata anch'ella negli abissi della montagna, si divertiva a trasformare gli uomini che osavano addentrarsi nei meandri del suo regno in  animali e bestie feroci.

La strega Ancina era rinomata e conosciuta fino ai confini del regno per le sue potenti arti magiche, ecco cosa spingeva dei guerrieri coraggiosi a giungere fino da lei per usufruire delle sue capacità.
Guerin Meschino per esempio, era un cavaliere valoroso e coraggioso ma ignorava quali fossero le sue origini. Vago' in lungo e largo per Oriente ed Occidente senza sapere chi fossero i suoi genitori. Cosi' un signore, vedendo la sua pena, gli consiglio' di recarsi dalla maga Ancina la quale, sicuramente, gli avrebbe saputo dare una risposta.
Il Guerin si reco' allora alle pendici della montagna. Molti paesani cercarono di dissuaderlo, ma niente, lui era deciso più che mai. Si armo' di coraggio e di tanta fede e affronto' la montagna. Più volte dovette arrampicarsi con mani e piedi talmente la salita era ripida. Arrivato alla soglia della Grotta di Sibilla, tre belle fanciulle lo accolsero e lo fecero entrare nel regno di Ancina. Era un luogo di una bellezza estremamente affascinante e ammaliante, una bellezza stregata. Il Guerin fece la sua domanda alla maga, la quale gli promise di dargli una risposta. Ma nell'attesa gli propose i servigi elle sue belle fanciulle. L'uomo sapeva che non doveva fidarsi e non doveva cadere nella tentazione. Non accetto' nulla di tutto quello che gli veniva offerto e faceva molta attenzione al tempo che passava, perché i paesani lo avevano avvertito, "Non far passare un anno dal tuo arrivo nella grotta, se no la tua anima sarà  catturata per l'eternità da Sibilla".


Il tempo passava e l'anno stava per scadere, ma Guerin non aveva la risposta che cercava e comprese che probabilmente mai l'avrebbe ricevuta. Non essendo incatenato da alcuna delle tentazione offertagli dalla maga, Guerin fu libero di andarsene dalla grotta e di narrare al mondo la sua avventura.



Ancora adesso si sa che quando il vento soffia sulle pendici della montagna, sono gli urli e gli inviti di Ancina che giungono fino a noi per incitarci ad entrare nel suo regno stregato.


Questa leggenda mi ha davvero incuriosita e cercando sul weg trovato delle registrazioni che mostrano la grotta, ve ne riporto una ui di seguito.
Intanto ringrazio Luca per la leggenda e la sua nonna che, come tutti i nostri anziani, sono la memoria delle nostre radici!
Grazie e alla prossima!



Esmeralda

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